Il grido silenzioso del salmone: un requiem islandese

Immaginate di esser immersi nel silenzio irreale dei fiordi orientali dell’Islanda. Il cielo sereno si specchia nelle acque cristalline, dove una danza di luminescenti alghe brune si intreccia al guizzare argenteo dei salmoni selvatici: un'armonia ancestrale, un canto silenzioso che risuona da millenni a queste latitudini, tra le terre incontaminate del ghiaccio e del fuoco.

Eppure, questo fruscio si sta sempre più affievolendo. Un'ombra scura si allunga sulle fredde acque islandesi, minacciando di spegnere per sempre la melodia della natura selvaggia.

L'invasione silenziosa

L'Islanda, un tempo paradiso incontaminato per il salmone selvaggio, da diversi anni ormai si sta trasformando in un terreno fertile per l'allevamento intensivo: reti a maglie larghe imprigionano migliaia di salmoni in gabbie galleggianti, immersi in fiori di rete fatti di stress e sofferenza.

Le condizioni all'interno di questi recinti sono pessime: i salmoni, privati della loro libertà e del loro habitat naturale, sono costretti a vivere in spazi angusti, in balia di parassiti e malattie. L'obiettivo dell’uomo naturalmente è uno solo: ottimizzare tutto, manipolare la natura per migliorare la sua performance, ottenere il massimo di grassi e proteine in tempi rapidi. I salmoni d'allevamento vengono nutriti con mangimi artificiali ricchi di sostanze chimiche, che alterano il loro naturale ciclo di crescita. Le conseguenze di questa pratica aberrante sono devastanti. I salmoni d'allevamento, debilitati e vulnerabili, diventano terreno fertile per parassiti e malattie. Molti di loro soccombono a infarti, prima ancora di raggiungere il mercato. Un destino crudele per creature che in natura compiono epiche migrazioni, sfidano le correnti impetuose dei fiumi e sono il simbolo per eccellenza della libertà e dell’anticonformismo.

“L'allevamento intensivo di salmone rappresenta una grave minaccia per la biodiversità e l'equilibrio dei nostri ecosistemi”, affermano i biologici islandesi.

“Se non interverremo tempestivamente, il salmone selvaggio islandese potrebbe scomparire per sempre.”

Un pericolo per la specie selvatica

Ma la minaccia non si esaurisce solo all'interno delle gabbie; anche i salmoni selvatici, custodi di una genetica unica affinata in migliaia di anni di evoluzione, sono in pericolo. Non tutti i pesci soccombono alle terribili condizioni dei recinti. Alcuni, aggrappati forse a recondite abilità ancestrali, riescono a fuggire dalle gabbie e a riversarsi in mare aperto. Una fuga che si trasforma in una grande beffa naturale, una condanna per la specie selvatica.

I salmoni selvatici, infatti, sono vulnerabili ai parassiti e alle malattie che provengono dai loro cugini d'allevamento e questo possibile incrocio rappresenta un’ulteriore gravissima minaccia. Il patrimonio genetico unico del salmone selvaggio d’Islanda viene irrimediabilmente compromesso. La loro popolazione, un tempo fiorente, è in drammatico declino: oggi, solo un quarto dei salmoni che solcavano le acque islandesi negli anni '70 sopravvive.

Non si tratta di un problema solamente legato alle coste islandesi: anche in Scozia, ad esempio, gli allevamenti sono cresciuti in modo esponenziale e la popolazione di salmone atlantico è diminuito del 70% rispetto ad inizi Duemila.

Guarda il video qui in basso.

Soluzioni per un futuro sostenibile

Cosa possiamo fare per salvare questa specie iconica e l'ambiente che la circonda? Esistono diverse alternative all'allevamento intensivo, come l'acquacoltura in vasche chiuse o l'allevamento estensivo in mare aperto con sistemi di ricircolo dell'acqua. È fondamentale promuovere queste pratiche sostenibili e sensibilizzare i consumatori sulle reali implicazioni delle loro scelte alimentari.

Possiamo, ad esempio, unirci alla petizione lanciata da Patagonia per chiede al governo islandese di vietare gli allevamenti a reti aperte e di promuovere un modello di acquacoltura sostenibile.

Potete trovare la petizione a questo link: Aiutaci a salvare i salmoni selvatici

Tra le nostre azioni quotidiane, possiamo scegliere di consumare solo salmone pescato in modo responsabile, evitando i prodotti di allevamento intensivo.  Nei nostri supermercati dovrebbe esser sempre disponibile un chiaro riassunto con l’origine dei prodotti, oppure è possibile consultare alcuni siti dedicati, come ad esempio Off the Table.

Il canto del salmone selvaggio islandese non è ancora stato spento del tutto: il fruscio del suo viaggio leggendario può esser ancora salvato e insieme ad esso un habitat sempre più fragile e in delicato equilibrio. L’Islanda ha bisogno di noi.

Guarda il bel documentario di Patagonia, Laxaþjóð – A Salmon Nation.

Alcuni dati importanti:

  • Popolazione di salmone selvaggio in Islanda:

    • Anni '70: 4 milioni di individui

    • Oggi: 1 milione di individui

  • Mortalità per attacchi cardiaci nei salmoni d'allevamento:

    • Fino al 20%

  • Parassiti e malattie comuni nei salmoni d'allevamento:

    • Pidocchio di mare: sono parassiti che si nutrono della pelle del pesce. Si stima che basti una decina di pidocchi per annientare un salmone. Questi parassiti creano infatti delle lesioni cutanee alle pinne riducendo la loro capacità di nuoto.

    • Anemia infettiva del salmone: causa massicce emorragie in tutti gli organi del pesce

Avanti
Avanti

Spedizione in Groenlandia tra le meraviglie di Scoresby Sound